The walking dead: il mondo nuovo

The Walking Dead: dal fumetto alla serie

“The Walking Dead” è una delle serie televisive più amate, seguite e discusse degli ultimi dieci anni. Stagione dopo stagione, sempre più spettatori si lasciano coinvolgere dalle vicende narrate in questa produzione che, nel bene e nel male, riesce sempre a mantenere alta la tensione del suo pubblico.

Tutto nasce nel 2003, quando Robert Kirkman pubblica “The Walking Dead, vol. 1: Giorni perduti”: si tratta di una serie a fumetti volta ad indagare le strategie di sopravvivenza messe in atto dal genere umano in seguito alla fine del mondo civile. Il successo di quest’opera è così ingente che nel 2010 il regista Frank Darabont decide di realizzarne una trasposizione televisiva.

Il primo episodio è andato in onda negli Stati Uniti la notte di Halloween, sul canale televisivo AMC: da subito “The Walking Dead” si è imposto come uno degli appuntamenti più seguiti dei palinsesti americani. Il rapporto con l’opera da cui trae ispirazione è stato sempre molto complicato: nonostante Robert Kirkman abbia partecipato alla produzione del telefilm, molto spesso i fan del fumetto hanno lamentato una scarsa fedeltà nella caratterizzazione dei personaggi e nell’evoluzione della trama.

La versione televisiva di “The Walking Dead”, infatti, spesso si trova a dover cercare un faticoso equilibrio tra libertà creativa e aderenza allo spirito della pubblicazione cartacea.

Come tutto ebbe inizio

“The Walking Dead” si apre con Rick Grimes, vice-sceriffo della polizia nella contea di King: il poliziotto entra in coma in seguito ad uno scontro a fuoco con una banda di malviventi.

Si risveglia dopo qualche mese in un ospedale deserto e scopre che il mondo che conosceva non esiste più. Molte persone hanno iniziato ad ammalarsi di una malattia misteriosa ed impossibile da curare che li ha trasformati in zombie.

Questi esseri privi di coscienza sono spinti da una fame incontenibile: l’uomo è la loro preda preferita. Come da migliore tradizione, chiunque venga morso da un morto che cammina verrà, inesorabilmente, trasformato a sua volta in uno zombie. Rick si reca subito nella sua vecchia casa, dove conduceva una vita felice con sua moglie e con suo figlio, nella speranza di ritrovarli in vita. the-walking-dead

I due, purtroppo, sono dovuti fuggire per riuscire a salvarsi e si sono accampati fuori città assieme ad un manipolo di superstiti. Tra essi spicca Shane Walsh, ex-collega e grande amico di Rick: inizialmente il poliziotto decide di proteggere la famiglia del suo compagno caduto per onorarne la memoria. Presto, però, si lega a Lori (la moglie di Rick) in modo sentimentale, nonostante la donna non abbia ancora completamente dimenticato il marito che crede ormai morto.

Altri componenti del gruppo degni di nota sono Glenn Rhee, abile e scaltro porta pizze di origine coreana, Daryl Dixon, esperto e scontroso cacciatore dal cuore d’oro, Carol Peletier, madre di famiglia sottomessa ad un marito violento e Dale Horvath, vecchio saggio determinato a tutti i costi a mantenere la propria onestà anche in queste condizioni esistenziali estreme.

Rick riuscirà ad unirsi al gruppo e, ben presto, diventerà un leader carismatico in grado di garantire sopravvivenza ai suoi nuovi compagni di viaggio (o almeno a parte di essi).

Chi si ferma è perduto

Nel corso delle sei stagioni da cui è composta la serie, i personaggi di “The Walking Dead” sono costretti fin da subito a fare i conti con delle condizioni di vita diverse da quelle a cui erano abituati prima che l’epidemia sconvolgesse il mondo.

Solo quelli di loro che dimostreranno maggiori capacità adattive riusciranno a sopravvivere a questa nuova e terribile realtà. Esemplari sono le vicende di Dale e di Carol. Il primo è un uomo di mezza età, sorretto da un inguaribile ottimismo: nonostante sia un lucido osservatore, Dale si rifiuta di perdere la propria umanità e di rinunciare alla moralità che il vivere civile gli ha insegnato.

Ovviamente, questo atteggiamento non lo porterà molto lontano ed il povero Dale morirà dolorosamente sul finire della seconda stagione. La sua coerenza, però, lo ha reso uno dei personaggi più amati e positivi della serie.

Agli antipodi, invece, il personaggio di Carol Peletier, una timida madre di famiglia sottoposta alle violenze fisiche e psicologiche del marito da troppi anni. Ben presto la donna perderà il pessimo consorte e l’amata figlioletta: rimasta sola al mondo scoprirà di essere una persona forte e perfettamente in grado di badare a se stessa.

Tra tutti i personaggi di “The Walking Dead”, Carol è forse quello che riesce a compiere la metamorfosi più completa: la sopravvivenza della sua nuova famiglia diventa il fine ultimo della sua esistenza. Spesso si rivela in grado di prendere decisioni difficili e dolorose pur di conseguire questo scopo.

Homo homini lupus

Il pericolo maggiore per i nostri protagonisti, però, non è quello derivato dagli zombie. Fin dalle prime puntate, lo spettatore dovrà rendersi conto di come il vero nemico dell’uomo sia proprio il suo simile.

Il crollo della civiltà ed il ritorno allo stato di natura non possono che rendere l’essere umano fragile o feroce, preda o cacciatore. Nel corso delle sei stagioni di “The Walking Dead”, questo assunto diventa sempre più evidente: molti i cattivi contro cui Rick e soci sono costretti a combattere pur di non soccombere alla legge della giungla.

Senza ombra di dubbio, il loro antagonista per antonomasia sarà “Il Governatore”. Philip Blake, questo il suo vero nome, ha dato vita ad una società ideale in cui sopravvivono barlumi del mondo civile; in realtà è tutta finzione.

Blake regge la sua comunità con pugno di ferro e con tattiche propagandistiche degne del peggior dittatore del XX secolo. Molti cadranno nella sua rete: per riuscire a smascherare i suoi piani diabolici, il gruppo di Rick pagherà un costo umano davvero elevato.