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Quanti sono i gas naturali?

Sotto la categoria dei gas naturali rientrano differenti tipologie di prodotti utilizzati nell’industria e per l’impiego nelle abitazioni e anche alcune miscele di scarso uso perché al momento non hanno un particolare interesse dal punto di vista economico.

In alcuni casi sono disponibili in piccole quantità, oppure si trovano mescolati ad altre tipologie di gas e contaminanti che rendono difficile l’estrazione. Attualmente la ricerca punta molto su nuove fonti e sorgenti per il gas naturale e di conseguenza può essere interessante scoprire quali sono le tipologie delle quali, forse, in futuro ci avvantaggeremo.

I gas naturali

Per gas naturale si intende genericamente una miscela di idrocarburi più o meno saturi, che si sono formati nel corso di ere geologiche e che vengono prodotti da processi chimici, per la precisione organici, attualmente attivi.

Sull’estrazione e l’analisi delle possibilità dei di questi prodotti si punta molto nell’ambito della ricerca, per tentare di porre un freno all’ascesa dei costi della materia prima.

Il gas naturale più diffuso attualmente è il metano, l’idrocarburo più semplice, formato da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno, che ha un elevato potere calorico e una bassissima produzione di scarto, tendenzialmente nulla, perché con la combustione si converte completamente in anidride carbonica e acqua.

Un gas molto diffuso è l’etano, che è costituito da 6 atomi di idrogeno e 2 di carbonio e tecnicamente viene ascritto alla famiglia degli alcali. Molto spesso si trova commercializzato in piccole quantità, disponibile per alimentare fiamme di modeste dimensioni e in bombole portatili, ma per lo più trova applicazioni nell’industria.

Il propano, invece, che viene quasi completamente estratto come processo di raffinazione del petrolio, ma che è anche disponibile in natura abbastanza puro in alcuni giacimenti, è un idrocarburo alifatico saturo, formato da 8 atomi di idrogeno e 3 di carbonio.

Ha un elevato potere calorico e una buona stoccabilità che lo ha reso molto diffuso come materiale per il riscaldamento domestico e anche come carburante per i veicoli con sorgenti alternative alla benzina.

Infine, molto diffuso per l’uso civile, c’è il gas butano, con 10 atomi di idrogeno e 4 di carbonio, che molto spesso è presente nelle bombole per le cucine economiche.

Come vengono classificati i gas naturali

La classificazione commerciale dei gas di origine naturale è piuttosto complessa, ma sono state create delle categorie più o meno strette per rendere più facile la comprensione.

Tra queste troviamo i cosiddetti wet gas o gas umidi che devono il loro nome alla forte concentrazione di idrocarburi condensabili, cioè che con un processo fisico di compressione e raffreddamento possono diventare liquidi e riescono ad essere contenuti all’interno di bombole.

I lean gas o poveri, sono quelli che non hanno una percentuale significativa di idrocarburi condensabili e per questo sono meno diffuse le bombole portatili, ma spesso sono quelle che passano attraverso le tubature dei nostri gasdotti.

C’è poi la categoria dei dry gas o secchi, che è quasi completamente rappresentata solo dal metano senza presenza di vapore acqueo, una condizione che può essere in alcuni casi presente alla sorgente, ad esempio nel caso dei giacimenti fossili provenienti da zone geologicamente antiche e che rende facile il trasporto in tubature.

In alcuni casi, invece, si interviene con un processo fisico di separazione tra la componente acquosa che incrementa il peso e rende peggiore la capacità di fiamma e quella gassosa, che è necessaria per i nostri scopi.

Ci sono poi i sour gas o acidi in cui è presente una componente significativa di ossido di zolfo e che non sono molto apprezzati dalla grande industria, proprio a causa della presenza di un contaminante difficile da gestire e che può renderli relativamente difficili da distribuire.

Inoltre, la componente solforosa durante la combustione produce un caratteristico odore fastidioso che non è compatibile con l’uso domestico.

Infine, l’ultima categorizzazione è quella degli sweet gas o dolci, che si differenziano dai precedenti perché non contengono ossidi di zolfo al loro interno.